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Impazza in questi giorni su molte testate l'argomento, scaturito da una recente sentenza di Cassazione, che fornisce una chiave interpretativa da analizzare evitando facili titoli del genere che la stampa della fattura è sempre necessaria.

Ripercorrendo la storia, la Cassazione, con la sentenza n. 3107 del 12 febbraio 2014, ha chiarito che, ai fini della detraibilita` dell`Iva, non e` sufficiente la registrazione delle fatture, seppur correttamente numerate, all`interno del computer aziendale, ma devono essere stampabili in qualsiasi momento in caso di controlli da parte dell`Amministrazione finanziaria.
Analizzando con attenzione la prescrizione della Cassazione, viene evidenziata la necessità che il documento possa essere stampabile nel contesto di controlli da parte degli enti preposti. Non si richiede la presenza del documento già stampato, ma almeno della copia digitale tale da poter essere stampata.
La considerazione finale è che, peraltro senza innovazione rispetto alle norme già ben note, non sono sufficenti i semplici estremi di registrazione contabile, per forza di cose estremamente sintetici.
Pertanto l'adozione di opportune procedure e tecnologie di conservazione digitale dei documenti è conforme anche a tale indicazione espressa dalla Cassazione, seppure al fine di garantire la veridicità e l'opponibilità giuridica del documento sarebbe fortemente consigliato optare per una soluzione certificata di DMS (document management system) e di conservazione e datazione certificate, mediante i gestori all'uopo autorizzati dagli enti preposti. In tal maniera la copia digitale acquisisce giuridicamente il medesimo valore di quella cartacea, e ne viene certificata l'originalità, l'immodificabilità e la datazione.